Parlare della quarantena ai bambini e ai ragazzi

“Date parole al vostro dolore, altrimenti il vostro cuore si spezza”
William Shakespeare, Macbeth 

Quarantena

La scuola riprenderà tra pochi giorni, segno evidente di un ritorno alla normalità. Per quanto tutti ci auguriamo che sia davvero così, un approccio realistico ci impone di prendere in considerazione scenari diversi, compresa la possibilità di un nuovo blocco della scuola e di periodi di isolamento.

In questo nuovo avvio di anno scolastico, potremmo essere tentati di buttarci alle spalle la durezza dei mesi passati e cercare di dimenticare. Si tratta però di una decisione poco utile e rischiosa perché non abbiamo alcuna certezza di come andranno le cose, nel breve e nel lungo termine.

Bambini e ragazzi devono invece avere uno spazio dove potersi confrontare sulla loro esperienza.

L’esperienza dell’isolamento è stata una condizione nuova ed emotivamente molto coinvolgente, vissuta da alcuni con disinvoltura e positivamente, affrontata da altri come un evento traumatico da voler dimenticare. Vissuti diversi e complessi che necessitano di uno spazio per la narrazione.

Prendiamo il caso di Luca, otto anni, che a casa è stato bene perché ha avuto i genitori sempre a disposizione. La mamma lo ha aiutato nei compiti e lo ha fatto sentire sicuro e protetto. Pensiamo ad Andrea, quindici anni, che ha potuto passare più tempo on line con gli amici e non ha vissuto lo stress relazionale che la scuola, a volte, comporta. Per loro il ritorno in classe potrebbe essere difficile, riattivando, amplificandole, le loro paure e le loro difficoltà. Potrebbe riemergere il desiderio di rifugiarsi in casa che se da una parte rappresenta una protezione, dall’altra sancisce una inadeguatezza.

Prendiamo il caso di Paola, dodici anni, che invece ha sofferto per l’impossibilità di frequentare le sue amiche, proprio nel momento in cui l’orizzonte delle sue esperienze si stava allargando. Ha avuto momenti di vera disperazione e non vuole neanche prendere in esame la possibilità che questo accada di nuovo.

Sono situazioni molto diverse, accomunate da paura, senso di inadeguatezza e pericolo. Se questo vissuti vengono ignorati, Luca e Andrea potrebbero sviluppare una sintomatologia ansiosa: paura di uscire, paura di stare con gli altri, paura di ammalarsi. Mentre Paola potrebbe entrare in crisi ad ogni evento che potrebbe portare a limitazioni della sua libertà riconquistata.

In questa fase la scuola ha un ruolo fondamentale perché rappresenta lo spazio privilegiato dove esprimere le proprie paure, condividere le preoccupazioni, dare un senso a quello che si è vissuto, elaborare delle strategie per il futuro. Le nuove generazioni, cresciute nella certezza del dominio della realtà, devono ora confrontarsi con una novità: l’incertezza e l’imprevedibilità del domani. Certamente è una condizione di debolezza che ha però in sé grandi opportunità per i giovani: imparare a far fronte ai cambiamenti, saper risolvere i problemi, inventare soluzioni nuove e originali.

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