Incontrare il narcisista sul proprio cammino

 

narcisistaTutti i bambini attraversano una fase evolutiva caratterizzata  dove si comportano in modo egocentrico ed egoista. Vogliono tutto ciò che desiderano e lo vogliono subito. La cura, l’attenzione dei genitori li aiuta a sperimentare i limiti, a tener conto degli altri a condividere.

La scuola dell’infanzia rappresenta la prima grande palestra dove i bimbi apprendono che anche gli altri hanno bisogni e desideri che non possono essere ignorati. Così i bambini crescono e secondo le loro diverse sensibilità, saranno più centrati su di sé o più altruisti e generosi.

Il mondo in cui viviamo, regolato sempre più precocemente dai meccanismi dei social, sta intervenendo in modo significativo nella costruzione di sé che ogni bambino e ragazzo è impegnato a fare. L’esposizione e la ricerca di consenso rappresentano, ormai, un bisogno diffuso e regolano i comportamenti di molte persone che rischiano di confondere il legame reale con l’amicizia virtuale.

Abbiamo così giovani adolescenti ma anche adulti un po’ di tutte le età, che alimentano costantemente la loro immagine, che cercano continuamente i like, totalmente centrati su se stessi, sul proprio successo,  competitivi e aggressivi, sprezzanti verso gli altri. Sempre più frequenti sono adulti, genitori che non esitano ad esporre i propri figli pur di collezionare visualizzazioni. Giovani e adulti alla ricerca costante di conferme alla poro esistenza.

Spesso definiamo questi personaggi come narcisisti, e certamente può essere un po’ difficile e complicato relazionarsi con loro. Ma il narcisismo patologico è altro e rappresenta una condizione molto diversa, anche se le due condizioni possono assomigliarsi. Il narcisista è una persona fortemente centrata su di sé, convinta di essere unica, speciale, superiore agli altri che disprezza per la loro mediocrità. Ma soprattutto, parliamo di una persona totalmente incapace di empatia, analfabeta quando deve decodificare le emozioni dell’altro e indifferente a cosa l’altro prova.

Per comprendere davvero il narcisista dobbiamo guardare alla sua infanzia e alle relazioni significative dei primi anni di vita. E allora potremmo scoprire storie molto dolorose, d’indifferenza, distacco emotivo, trascuratezza, abbandono. A volte i bambini costretti in una condizione negativa e svalutante trovano delle strategie di sopravvivenza: smettere di sentire, smettere di provare emozioni per alimentare la loro immagine di grandiosità e potenza.  Ma è un’immagine difficile da mantenere perché alla base di tutto c’è insicurezza e paura, una paura antica dimenticata che potrebbe riaffiorare in qualunque momento. Così il narcisista deve spendere una quantità enorme di energie per mantenere il suo profilo grandioso, spesso costruito sulla svalutazione e il disprezzo dell’altro.

Le relazioni con il narcisista sono molto difficoltose, sono quelle relazioni che non potranno mai basarsi sulla condivisione, sulla complicità, sul dare e ricevere attenzioni, condizioni che sempre dovrebbero caratterizzare un legame costruito sulla reciprocità. Chi si trova coinvolto in una relazione del genere, difficilmente si rassegna e cerca di cambiare l’altro, senza riuscirci.

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